Pagelle Parigi-Roubaix 2022: Dylan Van Baarle e la Ineos più forti di tutti, Van Aert più forte del Covid – Mohoric si scatena, Van Der Poel delude

Dylan Van Baarle (Ineos Grenadiers), 10: Giornata perfetta per l’olandese. Dopo tanti piazzamenti arriva finalmente la vittoria che vale la carriera. Il classe 1992 è bravo a correre sempre nelle prime posizioni, facendosi trovare raramente fuori posto, grazie anche al supporto di un team fantastico che spacca la gara fin dai primi chilometri. Il nativo di Voorburg è poi andato più volte all’attacco, fino a che non ha trovato l’azione giusta: probabilmente il più forte in gruppo!

Wout Van Aert (Jumbo-Visma), 9,5: Neanche il Covid riesce a rallentare il campione belga. Dopo due settimane di stop a causa del virus, il classe 1995 torna alla grande e regala subito spettacolo. Se qualcuno pensava di vederlo in corsa per aiutare i compagni, il tre volte campione del mondo di ciclocross ha cancellato ogni dubbio andando più volte all’attacco. Purtroppo per lui non è entrato nell’azione che si è rivelata essere decisiva. Dopo quello che ha passato può comunque essere contento del suo secondo posto.

Matej Mohorič (Bahrain Victorious), 9,5: Il vincitore dell’ultima Milano – Sanremo non ha fatto certo rimpiangere l’assenza di Sonny Colbrelli in casa Bahrain Victorious. Il campione nazionale sloveno oggi è sembrato inesauribile: autore di una delle prime azioni di giornata pedala con grande classe sulle pietre prima di essere fermato da una foratura. Non ancora soddisfatto è poi lui che porta via il gruppetto da cui uscirà il vincitore di giornata. Le poche energie rimaste non gli permettono di andare oltre il quinto posto, ma la sua Roubaix è da applausi.

Stefan Küng (Groupama – FDJ), 9: L’elvetico si conferma sempre più uomo da classiche. Sulle pietre della Roubaix riesce a far valere le sue doti da passista entrando nel velodromo nel primo gruppo inseguitori. La volata non è certo il suo forte, ma ottiene comunque un terzo posto molto importante per la sua carriera.

Tom Devriendt (Intermarché-Wanty-Gobert), 9: Il belga è forse la sorpresa di questa Parigi-Roubaix. Andato all’attacco ben prima della Foresta di Arenberg fatica, ma non molla: dopo aver condotto per qualche chilometro in solitaria la corsa riesce a tenere le ruote dei migliori (Van Baarle a parte) e a portare a casa un più che meritevole quarto posto.

Adrien Petit (Intermarché-WantyGobert), 8: Il francese non riesce ad essere mai incisivo in corsa, ma con grande costanza resiste alle azioni più importante e rimane sempre a ridosso dei primi. Nel finale è anche in grado di staccare Mathieu van der Poel e vincere la volata valida per il sesto posto. A 31 anni non è più giovanissimo, ma ha ancora qualche anno davanti per tornare e provare a migliorare il risultato.

Jasper Stuyven (Trek – Segafredo), 7,5: Rimasto nel primo gruppo quando la Ineos Grenadiers ha rotto il plotone nei ventagli, il belga corre bene sempre nelle prime posizioni del gruppo. Non riesce a chiudere su tutti gli scatti, ma porta comunque a casa un settimo posto che salva una squadra che dopo il trionfo di ieri nella gara femminile si aspettava qualcosa di diverso.

Laurent Pichon (Arkéa-Samsic), 7,5: Il francese lotta come un leone e non si arrende per tutto il giorno. Andato in fuga fin dalle prime battute di gara, tiene duro in ogni frangente di corsa e l’ottavo posto al traguardo è il giusto premio per la caparbietà e la costanza con cui ha affrontato le pietre della Monumento di casa.

Yves Lampaert (Quick-Step Alpha Vinyl), 7,5: Il belga prova fino all’ultimo a riscattare una campagna delle classiche decisamente deludente per la sua squadra, ma una caduta infrange tutti i suoi sogni quando è oramai in lotta per il secondo posto. In uno degli ultimi tratti di pavé, infatti, il classe 1991 si tocca con uno dei tifosi a bordo strada e perde il controllo della bici finendo inevitabilmente a terra. Acciaccato chiude al decimo posto una corsa dove si è sempre espresso al meglio, ma che sembra stregata per lui.

Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), 7: Tanta grinta, ma anche tanta sfortuna per il verbanese. Il campione del mondo delle cronometro è per tanti chilometri il trascinatore di una Ineos Grenadiers (voto 9) da applausi che prende in mano la corsa fin dai primi chilometri. Due forature nei primi tratti di pavé lo costringono a due lunghi inseguimenti che gli fanno buttare via tante energie. Il feeling con le pietre sembra comunque buono, ma dopo un ultimo attacco nella Foresta di Arenberg si allontana dalle fasi decisive della corsa. Il campione olimpico dell’inseguimento a squadre su pista ha comunque permesso a lungo agli italiani di sognare e sicuramente ci riproverà ancora in futuro.

Matteo Trentin (UAE Team Emirates), 6,5: La campagna delle classiche del trentino si chiude senza aver mai trovato il giusto colpo di pedale dopo l’incidente alla Parigi – Nizza. L’esperienza comunque gli permette di farsi trovare nell’azione giusta fino a che una foratura non lo costringe a perdere le ruote dei migliori, dopo che aveva già subito un salto di catena nella Foresta di Arenberg.

Davide Ballerini (Quick-Step Alpha Vinyl), 6,5: Dopo una primavera ad inseguire la condizione migliore oggi sembra aver trovato la gamba buona, andando all’attacco prima della Foresta di Arenberg e mettendo in chiaro l’intenzione della sua squadra di fare corsa dura. Purtroppo, però, una foratura gli è fatale proprio in questo tratto: il canturino si troverà quindi costretto ad inseguire, senza però riuscire più a rientrare nel vivo della corsa.

Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Fenix), 5,5: Partito come grande favorito, l’olandese non riesce mai ad essere incisivo. Dopo aver rischiato di buttare tutto all’aria già nei primi chilometri facendosi beccare in coda al gruppo quando l’azione della Ineos Grenadiers spacca la corsa, il terzo classificato della passata edizione corre sempre sulle ruote, senza mai mettersi in mostra in prima persona. Nel finale prova un attacco, quando però oramai il connazionale è già involato verso la vittoria finale e anche la lotta per il secondo posto è ormai lontana.

Kasper Asgreen (Quick-Step Alpha Vinyl), 5: Il danese non si fa mai vedere in corsa correndo sempre nelle ultime posizioni del gruppo. Ancora una volta le pietre della Roubaix respingono il vincitore del Giro delle Fiandre 2020 che non riesce a prendersi le responsabilità dell’intera squadra.

Mads Pedersen (Trek-Segafredo), sv: Partito con i gradi di capitano della sua squadra non riesce mai ad essere nel vivo della corsa a causa dei tanti problemi meccanici che lo costringono ad alzare bandiera bianca quando ancora si trova molto lontano da Roubaix.

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